Il bias di pubblicazione (publication bias) è l’elefante nella stanza che chiunque si occupi di ricerca scientifica deve necessariamente conoscere.
Il publication bias è il risultato del fenomeno per il quale studi positivi (cioè quelli che rilevano differenze statisticamente significative tra gli interventi in studio) hanno più probabilità di essere pubblicati rispetto a quelli con risultati negativi.
Questo può essere dovuto, ad esempio, allo scarso interesse da parte dei finanziatori o alla presenza di conflitti di interesse dei ricercatori che, di fronte a risultati negativi, decidono di non rendere pubblici i propri risultati.
COME IMPATTA IL PUBLICATION BIAS NEI RISULTATI DELLA RICERCA?
Ci sono numerosi studi che ci testimoniano l’impatto che possono avere risultati provenienti da trial non pubblicati negli effetti di un trattamento rilevati dalla letteratura pubblicata. In una recente revisione sistematica pubblicata nel Journal of Clinical Epidemiology, gli autori hanno condotto una metanalisi di dati provenienti da registri di trials, mostrando che nel caso del mal di schiena, l’efficacia di alcuni farmaci appare molto ridotta se si considera anche quella parte di letteratura “nascosta”, proprio perché le revisioni ad oggi disponibili considerano per la maggioranza solo studi pubblicati.
Pensate che caso dei miorilassanti, se si analizzano i dati prevenienti da trial non pubblicati, le evidenze sono in forte contrasto con ciò che viene attualmente consigliato da molte linee guida.
È POSSIBILE CHE ACCADA IL CONTRARIO?
In un recente editoriale, il professor Ioannidis (uno degli scienziati più influenti in questo ambito) ci spiega come il publication bias, in alcuni ambiti, potrebbe avere direzione opposta: trial con risultati statisticamente non-significativi (quindi, definiti “negativi”) potrebbero essere pubblicati più spesso di trial positivi, traducendosi in una sotto-stima dell’efficacia degli interventi.
NON SOLO PUBLICATION BIAS
La mancata pubblicazione di uno studio in relazione ai suoi risultati è solo una delle tante cause distorsione dei risultati dovute a risultati mancanti. Anche negli studi pubblicati potrebbero essere omessi alcuni risultati (ad esempio quando lo studio viene pubblicato e solo i risultati negativi non vengono riportati).
Per questo, oggi si parla di una più grande famiglia chiamata “non-reporting bias”, di cui il publication bias ne fa parte, ma non ne è l’unica entità.
In generale, per stimare la presenza del publication bias, gli autori di revisioni sistematiche devono mettere in atto tutti gli sforzi per poter reperire dati potenzialmente non pubblicati (ad esempio ricercando nei database di letteratura grigia e nei registri di trial) e cercar di capire se è verosimile la presenza del publication bias.
E tu, conoscevi il publication bias?
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