Cosa si intende per Peer-review? Quali tipologie esistono? Come può questo processo influenzare il corpo delle evidenze? SCOPRIAMOLO INSIEME!

IL CONCETTO DI PEER-REVIEW
Con questo termine (in italiano tradotto in “revisione tra pari”) si intende quel processo attraverso il quale un articolo scientifico sottomesso ad una rivista, viene inviato a dei revisori che, secondo alcuni criteri, danno una loro opinione rispetto alla pubblicabilità o meno, fornendo preziosi consigli agli autori stessi su come poter migliorare il contenuto.
I criteri che generalmente i revisori tengono in considerazione durante il loro compito, sono (ma non soltanto):
- Pertinenza del contenuto con lo scopo della rivista
- Rigore metodologico e rilevanza scientifica
- Originalità e rilevanza clinica
- Adeguatezza delle argomentazioni e delle conclusioni
- Chiarezza di reporting dell’interno manoscritto
Esistono più tipologie di peer-review, a seconda della cecità o meno degli attori coinvolti nel processo:
- PR a singolo cieco: gli autori non conoscono i revisori
- PR a doppio cieco: gli autori non conoscono i revisori e viceversa
- PR aperta: non vi è occultamento
CHI SONO I REVISORI CHE SI OCCUPANO DELLA PEER-REVIEW?
I revisori che si occupano del processo appena descritto sono generalmente dei clinici e/o ricercatori esperti dell’argomento, del board editoriale della rivista o esterni, che offrono il loro servizio in modo gratuito. I revisori esterni vengono generalmente contattati dalla stessa rivista sulla base delle pubblicazioni effettuate nell’argomento che sarà oggetto di peer-review oppure possono essere in alcuni casi suggeriti dagli autori stessi del manoscritto sottomesso.
QUALI SONO GLI ESITI DEL PROCESSO DI PEER-REVIEW?
I revisori, una volta effettuata la peer-review, dialogano con l’editor della rivista al quale comunicano se secondo loro l’articolo dovrebbe essere:
- Accettato (con o senza revisioni editoriali)
- Revisionato dagli autori rispetto a specifici punti prima di una decisione definitiva
- Rigettato
COME PUÒ LA PEER-REVIEW INFLUENZARE LA QUALITÀ DELLE EVIDENZE PRESENTI IN LETTERATURA?
Abbiamo capito che la peer-review costituisce il “filtro” che dovrebbe garantire che solo gli articoli migliori vengano pubblicati.
Ad oggi però, le stime ci dicono che di tutta la letteratura prodotta, solo il 6-7% sono #evidenze scientifiche di alta qualità.
Come mai succede questo, se la peer-review dovrebbe costituire un filtro di garanzia?
Le motivazioni possono essere molteplici:
- Peer-review spesso condotte in modo frettoloso
- Inesperienza/mancanza di competenze dei peer-reviewers
- Conflitti di interessi Interessi editoriali che spingono molte riviste a pubblicare forzatamente
- Riviste predatorie che pubblicano senza peer-review
QUINDI? Le riviste dovrebbero standardizzare il processo di peer-review, i revisori dovrebbero essere competenti ed adeguatamente formati.
PER DIVENTARE REVIEWER MIGLIORI: PERCORSI DI FORMAZIONE DEDICATI
Esistono dei percorsi iper-specialistici che consentono di acquisire competenze maggiori in ambito di peer-review. Dal momento che sto svolgendo peer-review per numerose riviste in ambito biomedico (potete consultarle QUI), ho partecipato al bando di selezione ed ottenuto un posto per partecipare a “Peerspectives”, corso organizzato dall’Institute of Public Health di Berlino in collaborazione con il BMJ.
Il corso, della durata di un semestre, vuole approfondire la peer-review e tutto ciò che circonda la fase di pubblicazione di un articolo scientifico. Il bando di selezione per il corso, riservato a dottorandi e post-doc, verrà riproposto anche nel secondo semestre del 2022, per chi fosse interessato suggerisco di seguire su Twitter @IPHBerlin o sul sito dedicato.
Non lasciatevi sfuggire l’occasione!
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